Ormai è tantissimo tempo che leggo, mi informo e studio tutto quello che trovo nel web sull'homeschooling, specialmente esperienze di chi ha deciso di imbarcarsi in questa fantastica avventura.
Sono molto affascinata dall'argomento e dalle potenzialità che ha la "scuola familiare" nell'educazione del bambino, specialmente nella sua applicazione montessoriana. Chi mi conosce sa che per me il rispetto e l'ascolto del bambino sono fondamentali, insieme al riconoscimento delle sue potenzialità e competenze. Era conseguenza naturale l'innamorarmi di questo metodo che ho intenzione di approfondire il più possibile; per ora vi rimando ad alcuni blog e siti dai quali ho imparato tanto, come La pappadolce, Mens Sana e Cuoredimamma.
Non credo però di essere in grado di garantire a mio figlio un'istruzione completa basandomi solo sulle mie forze e su quelle del papà, che però non è in casa per quasi tutto il giorno. Inoltre Matteo adora stare con gli altri e conoscere gente nuova, ama tanto i suoi amici del nido (la scelta di mandarlo al nido è nata proprio per rispondere al suo grande desiderio di socializzazione, infatti il primo anno andava solo tre ore) e non mi aspettavo che un bambino così piccolo potesse creare delle relazioni di amicizia così forti. Che avventura la scoperta del bambino e la nascita di un uomo!!
Abbiamo anche pensato di iscriverlo ad un asilo montessoriano non molto distante dalla nostra città (qui i paesi sono tutti attaccati), sembra anche che debbano aprire una classe di elementari, ma un pò per i soldi, un pò per non rischiare di interrompere bruscamente un percorso di questo tipo, ci abbiamo rinunciato ed abbiamo riflettuto su una cosa che ci dicono spesso i nostri genitori "che fortunato questo bimbo, con una madre di formazione classica ed un padre di formazione scientifica non avrà certo problemi". Ogni volta che sento questa frase mi viene in mente quella canzone di Guccini che dice "...chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato..." ed ho la sensazione che avere genitori laureati in qualche caso possa essere più una condanna che un "valore aggiunto", come dice papino. A noi non interessa che i nostri figli diventino chi sa cosa, ma che siano felici, anche di apprendere e di conoscere il mondo e non abbiamo bisogno di vedere scritto su un pezzo di carta quanto sono bravi, ci interessa che si capisca ascoltandoli parlare, anche se lo fanno piallando un mobile o avvitando una presa al muro.
Quindi non faremo homeschooling in senso stretto, ma faremo in modo che le nostre competenze e la nostra sensibilità siano nella crescita dei nostri figli un "valore aggiunto". Li spingeremo sempre a fare del loro meglio a scuola ma non delegheremo totalmente la loro istruzione; le nostre attività saranno sempre giocose e divertenti (si spera :p ) ma guidate dal motto "tutto col gioco e niente per gioco", avremo un programma che seguirà il nostro "progetto" di genitori e le inclinazioni e le attitudini dei nostri bimbi, senza voler replicare o seguire il programma scolastico. Quello che ci interessa non sono le nozioni ma stimolare curiosità ed interesse, imparando il più possibile dal mondo che ci circonda. Ho parlato di Metodo Montessori, ma più mi informo e più mi sembra qualcosa di naturale, istintivo, qualcosa che tutti i genitori dovrebbero fare e che forse tutti fanno, senza dargli un nome o un'etichetta; io invece preferisco farlo, perchè mi aiuta a fare del mio meglio, a non lasciarmi distrarre dalla stanchezza e dalla pigrizia, a stimolare la mia fantasia ed a non considerare il gioco come una pura attività d'intrattenimento che serve a me per sbrigare qualche faccenda o riposare un pò il cervello (si perchè qualche volta va bene la curiosità ed il desiderio di sapere ma chiedermi sette volte - o settanta volte sette - "me lo ppieghi mamma?" è bello ma stancante), nè a considerare la scuola come detentrice del sapere supremo o luogo di "parcheggio" (in alcuni casi purtroppo è anche questo) o gli insegnanti giudici del "valore" dei miei figli. Mi piacerebbe fare gioco di squadra con la scuola per crescere degli uomini competenti e sapienti.
Mamma mia quante parole per raccontarvi in cosa crediamo, qual'è lo "stile" dei nostri pensieri! Delle volte penso a chi ci conosce di persona, che spesso pensa a quanto siamo strani e che ci liquida con un "ma voi una cosa normale no?" oppure "ma perchè vi fate tutti 'sti problemi?" e poi penso a tante altre persone, virtuali (almeno per noi) e non che invece la pensano come noi e mi dico "vedi, non è poi così difficile capire ciò che ci muove!"; come si può rimproverare il proprio figlio di non andar bene a scuola senza essersi mai preoccupati di stimolare il suo desiderio di conoscere?
A questo proposito vi invito a leggere questo post di Mens Sana.
Quando leggerete questo post noi saremo ad accompagnare Matteo al suo primo giorno di asilo (o comunque vogliate chiamarlo).
Sono molto affascinata dall'argomento e dalle potenzialità che ha la "scuola familiare" nell'educazione del bambino, specialmente nella sua applicazione montessoriana. Chi mi conosce sa che per me il rispetto e l'ascolto del bambino sono fondamentali, insieme al riconoscimento delle sue potenzialità e competenze. Era conseguenza naturale l'innamorarmi di questo metodo che ho intenzione di approfondire il più possibile; per ora vi rimando ad alcuni blog e siti dai quali ho imparato tanto, come La pappadolce, Mens Sana e Cuoredimamma.
Non credo però di essere in grado di garantire a mio figlio un'istruzione completa basandomi solo sulle mie forze e su quelle del papà, che però non è in casa per quasi tutto il giorno. Inoltre Matteo adora stare con gli altri e conoscere gente nuova, ama tanto i suoi amici del nido (la scelta di mandarlo al nido è nata proprio per rispondere al suo grande desiderio di socializzazione, infatti il primo anno andava solo tre ore) e non mi aspettavo che un bambino così piccolo potesse creare delle relazioni di amicizia così forti. Che avventura la scoperta del bambino e la nascita di un uomo!!
Abbiamo anche pensato di iscriverlo ad un asilo montessoriano non molto distante dalla nostra città (qui i paesi sono tutti attaccati), sembra anche che debbano aprire una classe di elementari, ma un pò per i soldi, un pò per non rischiare di interrompere bruscamente un percorso di questo tipo, ci abbiamo rinunciato ed abbiamo riflettuto su una cosa che ci dicono spesso i nostri genitori "che fortunato questo bimbo, con una madre di formazione classica ed un padre di formazione scientifica non avrà certo problemi". Ogni volta che sento questa frase mi viene in mente quella canzone di Guccini che dice "...chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato..." ed ho la sensazione che avere genitori laureati in qualche caso possa essere più una condanna che un "valore aggiunto", come dice papino. A noi non interessa che i nostri figli diventino chi sa cosa, ma che siano felici, anche di apprendere e di conoscere il mondo e non abbiamo bisogno di vedere scritto su un pezzo di carta quanto sono bravi, ci interessa che si capisca ascoltandoli parlare, anche se lo fanno piallando un mobile o avvitando una presa al muro.
Quindi non faremo homeschooling in senso stretto, ma faremo in modo che le nostre competenze e la nostra sensibilità siano nella crescita dei nostri figli un "valore aggiunto". Li spingeremo sempre a fare del loro meglio a scuola ma non delegheremo totalmente la loro istruzione; le nostre attività saranno sempre giocose e divertenti (si spera :p ) ma guidate dal motto "tutto col gioco e niente per gioco", avremo un programma che seguirà il nostro "progetto" di genitori e le inclinazioni e le attitudini dei nostri bimbi, senza voler replicare o seguire il programma scolastico. Quello che ci interessa non sono le nozioni ma stimolare curiosità ed interesse, imparando il più possibile dal mondo che ci circonda. Ho parlato di Metodo Montessori, ma più mi informo e più mi sembra qualcosa di naturale, istintivo, qualcosa che tutti i genitori dovrebbero fare e che forse tutti fanno, senza dargli un nome o un'etichetta; io invece preferisco farlo, perchè mi aiuta a fare del mio meglio, a non lasciarmi distrarre dalla stanchezza e dalla pigrizia, a stimolare la mia fantasia ed a non considerare il gioco come una pura attività d'intrattenimento che serve a me per sbrigare qualche faccenda o riposare un pò il cervello (si perchè qualche volta va bene la curiosità ed il desiderio di sapere ma chiedermi sette volte - o settanta volte sette - "me lo ppieghi mamma?" è bello ma stancante), nè a considerare la scuola come detentrice del sapere supremo o luogo di "parcheggio" (in alcuni casi purtroppo è anche questo) o gli insegnanti giudici del "valore" dei miei figli. Mi piacerebbe fare gioco di squadra con la scuola per crescere degli uomini competenti e sapienti.
Mamma mia quante parole per raccontarvi in cosa crediamo, qual'è lo "stile" dei nostri pensieri! Delle volte penso a chi ci conosce di persona, che spesso pensa a quanto siamo strani e che ci liquida con un "ma voi una cosa normale no?" oppure "ma perchè vi fate tutti 'sti problemi?" e poi penso a tante altre persone, virtuali (almeno per noi) e non che invece la pensano come noi e mi dico "vedi, non è poi così difficile capire ciò che ci muove!"; come si può rimproverare il proprio figlio di non andar bene a scuola senza essersi mai preoccupati di stimolare il suo desiderio di conoscere?
A questo proposito vi invito a leggere questo post di Mens Sana.
Quando leggerete questo post noi saremo ad accompagnare Matteo al suo primo giorno di asilo (o comunque vogliate chiamarlo).
Grazie sul serio per questa condivisione!
RispondiEliminaCapisco ciò che intendi! Noi stiamo ancora decidendo la nostra strada (il bello, veramente, è che non c'è da decidere ma da tracciare e seguire un percorso passo a passo); propendiamo per l'homeschooling, auspicando per la creazione di un gruppo..vedremo.. intanto mi godo questi momenti di crescita (si perchè a seguire il "tutto col gioco e niente per gioco" si inizia dal concepimento, che meraviglia!)
Sono felice di averti *incontrata* (galeotto fu google alerts)
A presto
Marika
Condivido in pieno il tuo pensiero, anche per noi è iniziata la materna quest'anno e anche noi abbiamo più volte pensato all'homeschooling... alla fine scuola comunale, ci siamo detti "proviamo e vediamo come va", sono partita molto pessimista, ma fortunatamente mi sono ritrovata contenta sia dell'approccio delle maestre, sia dell'ambiente e anche Alice lo è... è serena, parla di tutto quello che fanno con gioia!
RispondiEliminaanche noi abbiamo iniziato oggi e condivido in pieno "Mi piacerebbe fare gioco di squadra con la scuola per crescere degli uomini competenti e sapienti" ed è quello che cercherò di fare. e la rete ci aiuta
RispondiElimina@mamma volipindarici: aanch'io sono molto felice di averti incontrata ^__^ non sai quante volte sbircio il tuo blog anche se non commento sempre.
RispondiElimina@Daria:anche noi vediamo come va, ma non torniamo indietro, al massimo supportiamo dall'esterno, Matteo è così felice degli amichetti :))))
@simply: mi auguro di trovare maestre disponibili al dialogo e genitori che hanno voglia di condividere, intanto ci aiutiamo tra noi ;)
Ieri blogspot faceva le bizze, così Davide di www.equazioni.org ci ha mandato il suo commento via mail...grazie mille!!
RispondiEliminaeccolo qui:
beh, credo che laureati o meno, l'approccio "educativo" che voi - e noi - abbiamo scelto non possa che essere un valore aggiunto. Ma come dici tu, non è tanto importante quello che diventerà o quale sarà il foglio di carta che prenderà, ma se riusciremo a trasmettere ai nostri figli la curiosità, la voglia di conoscere, la gioia di scoprire e di imparare cose nuove. Nella libertà di farlo a loro modo, con i loro tempi. e sempre in modo giocoso. che sia homeschooling, scuola privata o scuola pubblica si vedrà, forse davvero non è importante. l'importante sono le basi che noi e voi ci sforziamo di gettare in loro. il vero valore aggiunto sarà la consapevolezza del nostro amore per loro, e della loro forza interiore per scoprire e affrontare il mondo!
Davide