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Terrible twos: Chiamiamoli per nome

Tra le prime cose che ho imparato leggendo i blog di molte mamme è che arriva un momento che qualunque cosa tu faccia o abbia fatto, qualunque "linea educativa" tu cerchi di applicare, ogni certezza, ogni convinzione ed ogni proposito vacilleranno sotto i colpi dei "terrible twos".
Scherzi a parte da più parti si legge di atteggiamenti deliranti di bimbi che fino a poco tempo prima erano tranquillamente gestibili, vivaci, allegri con qualche capriccio ma che finiva in tempi ragionevoli.
In effetti il periodo a cavallo dei due anni è un momento molto particolare per i genitori, che vedono il loro cucciolo da una parte ancora piccolissimo, dall'altra acquisire sempre maggiore autonomia, e per il bambino che comincia a crescere e ad esserne in un certo senso cosciente, dunque desideroso di fare da solo e di decidere per se. Non sono un'esperta quindi non farò considerazioni psicopedagogiche perchè non ne sono all'altezza ma vi voglio dire come la vedo io su questo argomento e l'idea che mi sono fatta navigando in rete.
Per prima cosa vi segnalo questo post di Mammafelice che mi ha aiutata molto a capire meglio cosa fossero i terrible twos (qui trovate altri articoli di mammafelice sull'argomento), poi vi rimando agli articoli di Genitoricrescono sul tema "sviluppo e comportamento", non sono strettamente legati al tema dei terrible twos ma visto che parliamo di comportamento dei bambini, se non conoscete già questo sito credo possa essere una lettura interessante.
Qualche giorno fa, in una delle mie letture quotidiane mi sono imbattuta nell'ennesimo post sui terrible twos e una delle frasi che mi ha colpita è stata "una fase che sta mettendo a durissima prova la nostra pazienza e le nostre convinzioni di pedagogia libertaria ed antiautoritaria". Fino a poco prima di Natale anche noi abbiamo attraversato il fatidico periodo dei capricci e dei NO urlati per qualunque cosa, conditi da qualche "lasciami stare" e crisi di pianto inconsolabile. Anche noi crediamo che il modo migliore per aiutare nostro figlio ad essere un adulto capace di prendere le proprie decisioni con spirito critico ed attenzione verso se stesso e gli altri, è quello di non reprimerlo e soffocarlo di divieti o imponendo una disciplina, ma aiutarlo ad autodisciplinarsi, a comprendere le conseguenze delle proprie azioni e ad agire di conseguenza, giocando con lui il gioco della vita e lasciando che piano piano conduca da solo se stesso, pronti ad accoglierlo sempre.
E' per questo che non crediamo ai capricci, secondo noi sono una leggenda metropolitana, una profezia autoindotta. Sia chiaro, lo sappiamo che quando piange per nulla e fa l'isterico per ogni parola, quei gesti vengono definiti capricci, semplicemente secondo noi la parola "capriccio" non ha le implicazioni negative che spesso le si danno, non sono immotivati. Crediamo che siano una modalità comunicativa che esprime un bisogno, un disagio e chiede aiuto perchè da solo non riesce a cavarsela. NON VUOL DIRE DARGLIELA VINTA. Spesso queste nostre affermazioni ci fanno meritare l'etichetta di genitori deboli e permissivi ma nessuno si chiede se dietro c'è o meno un'intenzionalità educativa. Non sembra (ai più), ma c'è. Matteo non ottiene quello che vuole facendo i capricci, ma ottiene il nostro tempo, la nostra attenzione per dargli quello di cui ha veramente bisogno in quel momento (banalmente: fame, sonno, noia, frustrazione dallo star chiuso spesso in casa quando sta poco bene, un doloretto, il raffreddore che non lo fa riposare bene...). Cerchiamo di spiegargli che non è piangendo e pestando i piedi che si ottengono le cose ma parlando e con pazienza. Non possiamo chiedergli pazienza senza dargliene, non possiamo chiedergli considerazione per le "nostre regole" senza costruirle insieme, non possiamo chiedergli fiducia senza averne in lui e nelle sue capacità di esprimere le sue esigenze.
Tutto questo non è facile, anzi, facciamo una fatica tremenda, pensate che l'altro giorno sono scoppiata a piangere per la stanchezza (mi ero svegliata all'una e mezza di notte e non ho più dormito, troppo preoccupata per le crisi asmatiche di cucciolo).
Ma è quello che crediamo sia la cosa migliore per Matteo, è il nostro modo naturale di essere genitori, ci crediamo lo facciamo.
Poichè non è facile abbiamo adottato qualche trucchetto per rimanere saldi e non scantonare, diamo un nome alle cose che succedono. Ad esempio, sapere che la parola "capriccio" ha un determinato significato per noi, ci aiuta ad affrontarli meglio sul momento; sapere che c'è un momento, i "terrible twos", in cui non sei tu ad aver fatto qualche grave errore educativo (senza smettere di mettersi in discussione e coscienti del fatto che se anche fosse sarebbe più che recuperabile visto che cucciolo ha solo due anni, l'importante è non smettere di interrogarsi) ma il tuo cucciolo sta crescendo e vuole capire quanto è in grado di far da solo, ci aiuta a combattere la frustrazione di non saper cosa fare ed a fare invece l'unica cosa possibile, stargli vicino.
Qualche trucchetto però lo abbiamo usato, non ci siamo mica fatti travolgere dalla valanga ;)
Le parole d'ordine sono state: dolcezza, per mostrargli che non c'è bisogno di crisi isteriche per affrontare le situazioni; fermezza, per aiutarlo a comprendere l'errore e per aiutarlo ad essere paziente; decontestualizzare e confondere, per smorzare il picco isterico ed aiutarlo a calmarsi, a volte una volta iniziato hanno difficoltà a smettere perchè subentra la stanchezza del troppo piangere, quindi "amore basta piangere, ti sei dimenticato che dovevamo uscire.." e facendogli " 'na capa e chiacchiere" si porta in un altro ambiente e si cambia attività.
Il trucco vero però e farsi forza l'un l'altro, parlare e chiedere, quando serve, aiuto anche fuori della famiglia, parlare con un'amica che ci è già passata, navigare tra i blog di mamme che con tanto amore mettono a disposizione di tutti la loro esperienza, uscire al parco e parlare con le altre mamme sinceramente, farà bene a voi ed a loro, che per una volta non dovranno far finta di avere il figlio perfetto ma potranno sfogarsi e come si sa "mal comune mezzo gaudio".
Non potevo non scrivere anch'io un post su questo argomento, anche per ringraziare le tante mamme che l'hanno fatto prima di me e mi hanno aiutato a non dare di matto in certi momenti.
Un'altra cosa che credo possa essere utile è che passato il momento critico avrete un bambino stupendamente sereno, che vi stupirà per i progressi che avrà fatto. E voi? sarete ancora più forti.

Nota per me: leggere e conservare in caso di ricadute.

Commenti

  1. è molto bello e significativo questo tuo post! la calma è essenziale... La coerenza è fondamentale per un bambino, sia in quello che si dice che nelle azioni che compiamo!

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  2. Bellissimo post.
    aggiungerei anche che banalmente, non possiamo pretendere da loro che smettano di strillare e fare i capricci se glielo stiamo urlando come degli isterici...
    pazienza, dialogo ed ESEMPIO.
    poi un altra cosa, perchè non ci sforziamo un pochino di vedere i "capricci" come un bellissimo esempio di forza di volontà e determinazione a ottenere ciò che vogliono? Quello che dobbiamo fare è modificare il modo in cui esprimono i loro desideri, non reprimerli.
    ciao (Davide)

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  3. @Laura: è proprio vero, ci vuole tanta calma. Non è sempre facile e qualche volta non ce la si fa, ma dare "un'etichetta" positiva aiuta.
    @Davide: era proprio quello che mancava, grazie anche per aver stimolato la riflessione col vostro post.
    Reprimere il bambino in oltre non ci permette di capire come si comporterà quando non saremo presenti. Non possiamo rimproverarlo per sempre.

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  4. grazie per avermelo segnalato....bellissimo!

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