In questi giorni i media non fanno che aggiornarci sulle condizioni meteo del paese; una nevicata così è sicuramente degna di nota, visti i problemi che sta portando, dalla mancanza di riscaldamento in casa all'impossibilità di raggiungere un ospedale o di tornare dalla propria famiglia per i pendolari ad esempio. Se a questo aggiungiamo che lo sciopero dei giorni scorsi ha limitato l'approvvigionamento dei supermercati e quindi le nostre dispense non sono fornitissime, capisco che ci si possa far prendere un pò dall'ansia.
Dall'arrivo di Matteo ho cominciato a vivere con meno leggerezza i bleakout, perchè mi preoccupavo per i riscaldamenti che non funzionano, per l'apparecchio aereosol che non potevo usare in caso di attacco d'asma (ora abbiamo gli spruzzini) ecc. Dopo aver fatto un giro al supermercato (non uscivo da una settimana visto l'ennesimo broncospasmo di cucciolo) credo che sia lecito preoccuparsi anche del fatto che manca buona parte degli approvvigionamenti, almeno di quelli freschi, anche se da un lato ero felice, perchè è la dimostrazione che le cose dovrebbero essere organizzate diversamente. Insomma non voglio demonizzare il sistema, che ha tantissimi aspetti positivi, ma che uno stile di vita meno dipendente dalla grande distribuzione può aiutare a vivere più serenamente anche i momenti di "crisi" come questo. Non dico tanto le grandi città, ma se in una piccola città come la mia ci si rivolgesse ai contadini locali invece di aspettare la frutta da chi sa dove, magari anche al supermercato due arance si trovavano.
Quello che mi ha fatto riflettere di più è il modo in cui sono pensate e progettate le nostre case. Se manca la corrente o il gas non ci si può riscaldare nè lavare (che con l'acqua ghiacciata e senza riscaldamento non è il massimo) non si può cucinare e non possiamo fare altro che metterci a letto e raccontarci qualche storia; che per carità è bellissimo ma andare a dormire alle 20.00 mi sembra un pò prestino. Pensare che basterebbe un caminetto per avere un pò di luce, di calore e nel caso riscaldare l'acqua per lavarsi o cucinare un bel fiaschetto di fagioli. Per quelli proprio bravi si può fare anche il pane, delle patate alla brace, un arrosto o qualche crespella dolce da farcire con un pò di cioccolato che col calore del fuoco si fonde leggermente profumando tutta la stanza. Ricordo che mia nonna mi faceva buttare sul fuoco anche le bucce dei mandarini che scoppiettavano e profumavano l'ambiente. Per i più piccoli poi sarebbe anche un momento divertente che gli potrebbe insegnare molto sul come cavarsela nonostante tutto. Voi come state affrontando i disagi del maltempo?
In questi giorni di isolamento forzato, in cui ho sentito lamentele su tatti fronti, polemiche a parte (non voglio entrare nel merito perchè non è lo spirito di questo blog), mi auguro che il disagio abbia fatto emergere la parte migliore di noi, quella di chi si rimbocca le maniche per risolvere la situazione, di chi è disponibile anche per il vicino solo o per aiutare la mamma che non sa a chi lasciare i figli visto che le scuole sono chiuse ma gli uffici no....e penso a quanto sarebbe bello il cohousing...!
Dall'arrivo di Matteo ho cominciato a vivere con meno leggerezza i bleakout, perchè mi preoccupavo per i riscaldamenti che non funzionano, per l'apparecchio aereosol che non potevo usare in caso di attacco d'asma (ora abbiamo gli spruzzini) ecc. Dopo aver fatto un giro al supermercato (non uscivo da una settimana visto l'ennesimo broncospasmo di cucciolo) credo che sia lecito preoccuparsi anche del fatto che manca buona parte degli approvvigionamenti, almeno di quelli freschi, anche se da un lato ero felice, perchè è la dimostrazione che le cose dovrebbero essere organizzate diversamente. Insomma non voglio demonizzare il sistema, che ha tantissimi aspetti positivi, ma che uno stile di vita meno dipendente dalla grande distribuzione può aiutare a vivere più serenamente anche i momenti di "crisi" come questo. Non dico tanto le grandi città, ma se in una piccola città come la mia ci si rivolgesse ai contadini locali invece di aspettare la frutta da chi sa dove, magari anche al supermercato due arance si trovavano.
Quello che mi ha fatto riflettere di più è il modo in cui sono pensate e progettate le nostre case. Se manca la corrente o il gas non ci si può riscaldare nè lavare (che con l'acqua ghiacciata e senza riscaldamento non è il massimo) non si può cucinare e non possiamo fare altro che metterci a letto e raccontarci qualche storia; che per carità è bellissimo ma andare a dormire alle 20.00 mi sembra un pò prestino. Pensare che basterebbe un caminetto per avere un pò di luce, di calore e nel caso riscaldare l'acqua per lavarsi o cucinare un bel fiaschetto di fagioli. Per quelli proprio bravi si può fare anche il pane, delle patate alla brace, un arrosto o qualche crespella dolce da farcire con un pò di cioccolato che col calore del fuoco si fonde leggermente profumando tutta la stanza. Ricordo che mia nonna mi faceva buttare sul fuoco anche le bucce dei mandarini che scoppiettavano e profumavano l'ambiente. Per i più piccoli poi sarebbe anche un momento divertente che gli potrebbe insegnare molto sul come cavarsela nonostante tutto. Voi come state affrontando i disagi del maltempo?
In questi giorni di isolamento forzato, in cui ho sentito lamentele su tatti fronti, polemiche a parte (non voglio entrare nel merito perchè non è lo spirito di questo blog), mi auguro che il disagio abbia fatto emergere la parte migliore di noi, quella di chi si rimbocca le maniche per risolvere la situazione, di chi è disponibile anche per il vicino solo o per aiutare la mamma che non sa a chi lasciare i figli visto che le scuole sono chiuse ma gli uffici no....e penso a quanto sarebbe bello il cohousing...!
Mi piace la tua riflessione, specie il finale. In tv, radio, siti internet non si sentono altro che lamentele. In questi giorni tengo d'occhio la pagina fb del Comune di Rimini per gli aggiornamenti su chiusura scuole, pulizie strade... la maggior parte della gente che lascia commenti sono: lamentele, insulti, domande stupide. E' chiaro che una città come Rimini, dove le nevicate sono rare e mai abbondanti, la neve provoca disagi. Il Comune sta facendo il possibile ma non credo sia umanamante possibile pulire tutte le strade di Rimini e circondario. Magari chi ha una pala o un trattore, (nelle zone in campagna ce l'hanno parecchi), potrebbe pulire il pezzettino di strada di fronte a casa propria. E penso che senza latte e frutta si può anche stare per alcuni giorni. E si può chiedere aiuto al vicino di casa, agli amici... perchè la maggior parte degli italiani sa solo lamentarsi??? :-(
RispondiEliminanon so se sono la maggior parte, ma sono sicuramente quelli che si fanno sentire di più. in fondo il bello del dono è la gratuità e quella non fa notizia (anche se a volte sarebbe uno scoop).
EliminaGiusto, non ci avevo pensato. Forse, semplicemnte, chi si lamenta di tutto e tutti ha la voce più grossa. Lo voglio credere! Perchè so che ci sono anche tante persone che sono disposte a dare una mano e a fare il loro piccolo pezzettino :-)
EliminaHai detto la parola magica!
RispondiEliminaRimboccarsi le maniche e fare per se e chi ha bisogno!
Hai ragione questo tempo ci fa capire che per crescere dobbiamo decrescere.
E le case si, son tutte belle esteticamente ma pratiche proprio no!Ed ecco palese la dimostrazione con la venuta della neve!
io sogno una casa col camino o con quelle vecchie cucine a legna, non desidero altro, non mi importa che sia piccola. se poi fosse in un complesso do cohousing sarebbe davvero perfetto, un sogno!
EliminaSarebbe proprio una bella idea! Se ognuno mettesse a disposizione il "proprio" per l'altro forse riusciremmo a cambiare qualcosa ma ahimè, il cohousing non fa parte della nostra cultura. Vorrei anche io non fare polemiche o critiche perchè non mi appartiene però, in argomenti come rivolgersi ai contadini locali e una migliore progettazione delle nostre abitazione, mi resta difficile!
RispondiEliminaIl dilemma che porto sempre con me: come sensibilizzare alla solidarietà e come possiamo influire sul cambiamento
c'è un pensiero che mi accompagna da anni "se non io chi?" è questo che mi fa andare per la mia strada senza aspettare, pur auspicandolo, che qualcuno mi venga dietro. Credo che sia l'unico modo per mostrare agli altri che un altro mondo è possibile :)
Eliminacredo che a breve farò un post su tutte le mie riflessioni al riguardo... mi piacerebbe citare il tuo pensiero, naturalmente ponendo un link dell'autrice del pensiero. :-)
Eliminama grazie! non vedo l'ora di leggerlo :)
Eliminaanche io non ho resistito... sono giorni che leggo lamentele e il tuo post mi ha ispirato. Ho pubblicato poco fa.
EliminaBellissimo punto di vista!! E molto condivisibile.
RispondiEliminaE mi piace ancor di più il tuo pensiero "se non io chi?"
Francesca
"se non io chi?" era la scritta sul ricordino di un'attività scout. Mi ha segnata più dell'sttività in se.
EliminaMolto bella la tua riflessione...qui nel profondo sud la neve ci ha toccato solo di striscio, quindi nessun disagio...ma guardando la tv è stato naturale fare le tue stesse considerazioni...siamo troppo dipendenti dalla grande distribuzine e dall'elettricità e se imparassimo a darci una nuova organizzazione e a riscoprire le vecchie tradizioni di vita, forse saremmo anche più capaci di gestire le emergenze!
RispondiEliminaSai che in questo senso il mio pensiero è andato subito alla bellissima cucina economica a legna che aveva la mia nonna? Come vorrei averne una...
Baci, a presto, Verdiana
La voglio anch'io quella cucinaaaaa.....
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