Un pò per insicurezza, un pò per amor di conoscenza, un pò perchè mi piace, ho sempre letto è studiato volentieri (va be a scuola non era così per tutte le materie). Soprattutto quando mi imbarcavo in una nuova avventura mi documentavo e cercavo di arrivare "preparata"; così è stato anche per la maternità.
Credo che l'educazione sia la chiave per costruire un mondo più giusto, e su questa base mi sono sempre interessata all'argomento; sono stata educatrice scout, mi sono dedicata all'educazione allo sviluppo col servizio civile e dopo, in parte, col lavoro, ho sempre portato con me le mie esperienze ed ho imparato tanto da ciascuna di esse, da mamma, poi, mi sentivo ancora più coinvolta e motivata ad apprendere ciò che potevo per portare avanti il mio compito nel migliore dei modi. Così quando ho saputo di avere un cucciolino nella pancia ho cominciato a guardarmi intorno per capire cosa potevo fare per lui oltre a curarlo, lavarlo, vestirlo, nutrirlo ecc, avevo già le mie idee ed ho sempre creduto che attenzione e buon senso fossero un buon ago da seguire ma volevo capire ciò che non immaginavo, volevo scoprire cosa c'era da scoprire e così è cominciata un'interessante avventura esplorativa. Ho sempre cercato il confronto e da li sono partita, ho parlato con amici che avevano già avuto figli, con coppie che avevamo incontrato ad un corso sulla famiglia ( In coppia con Dio ) e rileggendo un pò la nostra storia di figli. Il primo approccio con la letteratura del settore è stato con il famigerato "Fate la nanna" che scherzosamente abbiamo ribattezzato con "teoria dell'abbandono"; inizialmente ci sembrava fantastico, una genialata, il bambino non sa nulla e tu gli insegni tutto, a mangiare, a dormire a fare la pupù nel vasino ecc, tant'è che l'abbiamo pure regalato ('tacci nostri!).
Una cosa buona però l'abbiamo imparata, va be, forse due, che tutto sommato ci vogliono dei ritmi e non puoi farti travolgere dagli eventi e che i bambini quando nascono non sanno niente, nel bene e nel male. Più ci pensavamo e più ci sembrava assurdo lasciar piangere un bambino inerme per tutto quel tempo, anche perchè il piccolino in questione non è che non sa proprio niente, sa che può contare solo sulla mamma che è parte di lui o lui stesso (su questo punto il cucciolo è un pò confuso, bisognerà aspettare parecchi mesi prima che capisca di essere un'entità separata dalla mamma) e che faccio lo abbandono?! sarò una madre debole ma se mio figlio piange c'è un perchè, non credo sia un manipolatore.
Accantonata la teoria dell'abbandono e quello che si porta dietro ci siamo accorti che il modo in cui eravamo cresciuti ci aveva segnati profondamente e soprattutto che ci aveva resi felici. L'avventura dello scoutismo è stata travolgente e fondamentale perchè oltre alla vita all'aria aperta, alla vita comunitaria con coetanei ed adulti, siamo stati liberi di crescere e di scoprire chi volevamo essere, in allegria e sperimentando la vita in tutte le sue dinamiche.
Partendo da questo abbiamo scoperto tantissimi punti in comune con il metodo montessoriano e steineriano ed abbiamo imparato quali sono le competenze del bambino nelle varie fasce d'età, abbiamo scoperto tanti strumenti interessanti e come proporli al bambino ma la cosa più bella che abbiamo imparato è che i nostri genitori pur non conoscendo nessuno di questi metodi hanno applicato in buona parte principi simili. Certo ci sono tante cose che avrei da dire sul rispetto del bambino e sul considerarlo un essere capace di intendere e di volere, con idee proprie che non sempre sono esattamente aderenti a quelle insegnate ma proprio queste osservazioni spero mi aiutino a correggere il tiro nel mio modo di educare i miei figli.
Oggi (anzi da un bel pò ;p ), in attesa del secondo cucciolo, credo di aver capito che il metodo che intendo applicare nell'educare i miei figli è il mio, anzi il nostro, quello che nasce e si sviluppa ogni giorno interrogandoci insieme a papino su come stiamo crescendo tutti insieme, sulla strada che ci ha portati fin qui e su dove vogliamo andare.
Il nostro metodo si basa sull'ascolto, sul rispetto reciproco e sul vivere insieme, il resto non è possibile specificarlo o descriverlo perché cresce cambia e si adatta alla vita ed alle esigenze di ciascuno. Detta così sembra che siamo tutti peace and love ma tranquilli, abbiamo i nostri alti e bassi, siamo umani e qualche volta strilliamo, litighiamo e non sempre riusciamo a trovare soluzioni armoniche, specie con un bimbo di due anni e mezzo, ma abbiamo una rotta ed intendiamo seguirla…chi sa dove ci porterà!?!
Credo che l'educazione sia la chiave per costruire un mondo più giusto, e su questa base mi sono sempre interessata all'argomento; sono stata educatrice scout, mi sono dedicata all'educazione allo sviluppo col servizio civile e dopo, in parte, col lavoro, ho sempre portato con me le mie esperienze ed ho imparato tanto da ciascuna di esse, da mamma, poi, mi sentivo ancora più coinvolta e motivata ad apprendere ciò che potevo per portare avanti il mio compito nel migliore dei modi. Così quando ho saputo di avere un cucciolino nella pancia ho cominciato a guardarmi intorno per capire cosa potevo fare per lui oltre a curarlo, lavarlo, vestirlo, nutrirlo ecc, avevo già le mie idee ed ho sempre creduto che attenzione e buon senso fossero un buon ago da seguire ma volevo capire ciò che non immaginavo, volevo scoprire cosa c'era da scoprire e così è cominciata un'interessante avventura esplorativa. Ho sempre cercato il confronto e da li sono partita, ho parlato con amici che avevano già avuto figli, con coppie che avevamo incontrato ad un corso sulla famiglia ( In coppia con Dio ) e rileggendo un pò la nostra storia di figli. Il primo approccio con la letteratura del settore è stato con il famigerato "Fate la nanna" che scherzosamente abbiamo ribattezzato con "teoria dell'abbandono"; inizialmente ci sembrava fantastico, una genialata, il bambino non sa nulla e tu gli insegni tutto, a mangiare, a dormire a fare la pupù nel vasino ecc, tant'è che l'abbiamo pure regalato ('tacci nostri!).
Una cosa buona però l'abbiamo imparata, va be, forse due, che tutto sommato ci vogliono dei ritmi e non puoi farti travolgere dagli eventi e che i bambini quando nascono non sanno niente, nel bene e nel male. Più ci pensavamo e più ci sembrava assurdo lasciar piangere un bambino inerme per tutto quel tempo, anche perchè il piccolino in questione non è che non sa proprio niente, sa che può contare solo sulla mamma che è parte di lui o lui stesso (su questo punto il cucciolo è un pò confuso, bisognerà aspettare parecchi mesi prima che capisca di essere un'entità separata dalla mamma) e che faccio lo abbandono?! sarò una madre debole ma se mio figlio piange c'è un perchè, non credo sia un manipolatore.
Accantonata la teoria dell'abbandono e quello che si porta dietro ci siamo accorti che il modo in cui eravamo cresciuti ci aveva segnati profondamente e soprattutto che ci aveva resi felici. L'avventura dello scoutismo è stata travolgente e fondamentale perchè oltre alla vita all'aria aperta, alla vita comunitaria con coetanei ed adulti, siamo stati liberi di crescere e di scoprire chi volevamo essere, in allegria e sperimentando la vita in tutte le sue dinamiche.
Partendo da questo abbiamo scoperto tantissimi punti in comune con il metodo montessoriano e steineriano ed abbiamo imparato quali sono le competenze del bambino nelle varie fasce d'età, abbiamo scoperto tanti strumenti interessanti e come proporli al bambino ma la cosa più bella che abbiamo imparato è che i nostri genitori pur non conoscendo nessuno di questi metodi hanno applicato in buona parte principi simili. Certo ci sono tante cose che avrei da dire sul rispetto del bambino e sul considerarlo un essere capace di intendere e di volere, con idee proprie che non sempre sono esattamente aderenti a quelle insegnate ma proprio queste osservazioni spero mi aiutino a correggere il tiro nel mio modo di educare i miei figli.
Oggi (anzi da un bel pò ;p ), in attesa del secondo cucciolo, credo di aver capito che il metodo che intendo applicare nell'educare i miei figli è il mio, anzi il nostro, quello che nasce e si sviluppa ogni giorno interrogandoci insieme a papino su come stiamo crescendo tutti insieme, sulla strada che ci ha portati fin qui e su dove vogliamo andare.
Il nostro metodo si basa sull'ascolto, sul rispetto reciproco e sul vivere insieme, il resto non è possibile specificarlo o descriverlo perché cresce cambia e si adatta alla vita ed alle esigenze di ciascuno. Detta così sembra che siamo tutti peace and love ma tranquilli, abbiamo i nostri alti e bassi, siamo umani e qualche volta strilliamo, litighiamo e non sempre riusciamo a trovare soluzioni armoniche, specie con un bimbo di due anni e mezzo, ma abbiamo una rotta ed intendiamo seguirla…chi sa dove ci porterà!?!
concordo su fate la nanna di Estevill..sembrava una gran scoperta ma poi non così tanto...i miei alla fine si sono abituati..ci vuole tempo..ascoltare i bisogni e tanta pazienza..anche io mi sono sempre documentata soprattutto x amore dei miei figli ma per migliorare quanto già fa in automatico una mamma..i nostri genitori ci hanno cresciuto e soprattutto i nonni dei nonni senza tanti libri o consigli e siamo sopravvissuti..certo ora la conoscenza è positiva su tante cose ma a volte tornare all'istinto e ai metodi naturali non è poi una brutta idea...augurissimi per il secondo allora.. :)
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