Passa ai contenuti principali

C'erano una volta due gemelli e la donna albero

No, non aspetto due gemelli, anche se mi sarebbe piaciuto, mia nonna però li ha avuti 50 anni fa ed ultimamente me lo racconta spesso.
È bellissimo starla ad ascoltare e cercare di capire il senso dei suoi discorsi tra i ricordi annebbiati dal tempo ed il dialetto che con gli anni diventa più stretto. La nostra avventura nella memoria nasce con il piccolo che rotola nella mia pancia, quando le dissi "chi sa se sono gemelli?" lei, madre di tre figli, che cinquant'anni fa crebbe da sola i suoi bambini, col marito a lavorare lontano, senza tate, senza nido e senza parenti che potevano/volevano aiutarla, consumata dal lavoro, dalla fame e dalla solitudine, mi ha risposto "però so belli i gemelli!".
Mia madre, gemella, sosteneva di non essere stata allattata solo con latte materno e che fosse impossibile allattare due gemelli (forse ha seguito un corso alla chicco ;p ) mentre io continuavo a ripeterle che sebbene faticoso si poteva fare. Così chiesi a nonna come aveva fatto lei in un periodo in cui neanche si sapeva cosa fosse la formula e lei candidamente mi ha detto che si, le avevano consigliato anche all'epoca di dare delle aggiunte ai suoi bambini ma che dopo aver provato ha buttato tutto e se li è attaccati al seno quanto volevano fino ad oltre un anno, "e così si so' fatti grossi". Ho indagato un pò facendole varie domande e mi sono resa conto che ricordava tutto benissimo, chi sa se riuscirò a conservare anch'io così chiaramente il ricordo dei miei figli piccoli.
Ieri l'ho chiamata e tra una chiacchiera e l'altra le ho chiesto come portava i bimbi e lei candidamente "in braccio! Mica ci stavano tutti 'sti cosi che ci stanno mo! Quelli poi si facevano grandi e pesavano pure (segue esclamazione tipica, intraducibile, che sottintende un "e che ti credi tu!")". Le ho chiesto se usava qualche supporto come la fascia che uso io ma sembra che non si usassero dalle sue parti, ma indagherò meglio.
Ultimamente sto cercando di capire meglio i vantaggi dell'infagottare i bimbi ed ho pensato di chiederle anche questo. Dopo avermi spiegato come posizionava la stoffa tra le gambe "perché quelli poi si pisciavano" (che tenera la mia nonnina, quando le ho detto che usavo i lavabili mi ha detto "brava! Che devi fa con ste cose di plastica!"), mi ha detto che per fasciarli (così venivano dritti) usava un tessuto di cotone largo 50cm e lungo 3m, che avvolgeva intorno al bambino e fermava con dei lacci. Su questo punto non ho capito tutto perché nel cercare di spiegarsi meglio e di esprimersi in italiano ha fatto tanta confusione ^__^ Lacci a parte in estate lasciava piedi e braccia fuori dalla fasciatura.
Immagino questa ragazza di circa trent'anni fare i lavori con in braccio questi due fagotti ed una bimba che le trotterellava dietro attaccata alla gonna e si trasforma davanti ai miei occhi in un enorme albero che cresce, fa ombra, produce frutto e nello stesso tempo offre sostegno a dei bimbi che si appoggiano a lei e giocano tra i suoi rami.
Voglio essere una donna albero anch'io.

Commenti

  1. che bello... che ricchezza le nonne, che dono la memoria! una carezza alla tua vecchietta e alla tua panzella!

    RispondiElimina
  2. complimenti alla nonna e alla futura bis mamma saggia...anche se non gemellare ;)

    RispondiElimina
  3. ma che bello questo post, fatto di ricordi della nonna.Fanno riflette questi ricordi...

    RispondiElimina
  4. Ragazze mie sentitla parlare è uno spasso :D
    @twins speriamo di essere davvero abbastanza saggia, a volte sono così testona!

    RispondiElimina
  5. Anche io vorrei avere tanti figli e spero che questa speranza non mi abbandoni, mai, nonostante l'evidenza contraria..E tanti rami, per accoglierli tutti. E fare ombra e ospitare e coccolare e consolare e proteggere...Sì. Una donna albero anch'io.

    RispondiElimina
  6. Una nonna così è Patrimonio dell'Umanità, e giustamente non puoi tenertela tutta per te.
    Grazie per averla condivisa, è una enorme fortuna un'esempio, una fonte, un'albero così in famiglia.

    RispondiElimina
  7. hai ragione Dani, mia nonna è patrimonio dell'umanità e l'unico modo per conservarla nel tempo è conservarne la memoria e l'esempio. Grazie per essere passata.
    Grazie della visita anche a Gabri e scusate per il ritardo ormai vado a rilento su tutto :P

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Dove arrivo metto pizzuco*

"Pizzuco"( immagine presa dal web) Questo post si doveva chiamare "Di coerenze, incoerenze e sopravvivenze" ma secondo me così rende meglio l'idea. Il pizzuco (o cavicchio*) è un pezzo di legno appuntito che mio nonno usava per piantare i germogli nell'orto e che io gli rubavo sempre per affondarlo nella morbida terra appena dissodata. L'espressione dove arrivo metto pizzuco  indica che dopo i molti sforzi fatti per fare un certa cosa (originariamente riferito al lavoro nei campi) non bisogna disperare ma piantare il pizzuco  per tenere il segno di dove si è arrivati e ricominciare l'indomani da quel punto. Nel tempo si è persa l'accezione positiva ed è diventato qualcosa tipo "chi se ne importa, dove arrivo mi fermo" ma non è il mio caso. Quello che intendo dire è che mi prodigo ogni giorno per fare del mio meglio ed essere coerente con i miei ideali  lo stile di vita che ho scelto ma non sempre ci riesco. Per quanto mi sforzi v

Ti consiglio un libro: Le guidine. Parigi

Grazie al green pass ed al miglioramento della situazione Covid-19 per molti sarà possibile tornare a viaggiare e mai come quest'anno le vacanze rappresentano il nostro desiderio di normalità e di ricarica dopo un periodo tanto difficile. E' necessario mantenere ancora alta la soglia di attenzione per non rendere vani gli sforzi fatti ma possiamo cominciare a fare progetti a lungo termine e sognare la prossima vacanza. Per questo vi consiglio Le guidine  di edizioniEL.  Sono guide complete per crescere dei piccoli viaggiatori capaci di osservare il mondo con spirito critico, immergendosi nella storia e nella cultura dei luoghi che andranno a visitare. Non sono pensate per semplici turisti che collezionano foto di mete famose, ma sono divise in sezioni che informano ed incuriosiscono i bambini, spingendoli ad osservare ciò che li circonda, assaporando ogni momento del viaggio.  Qual è per te la differenza tra turista e viaggiatore?  Per me sta soprattutto in ciò che ti spinge a

Come ricavare un set da bagno da un accappatoio

Non so voi ma io non ho mai sopportato gli accappatoi, ho sempre preferito il telo da bagno, magari non di spugna ma di cotone a nido d'ape, mi sembra più comodo e si asciuga più velocemente. Per questa mia antipatia verso gli accappatoi avevo chiesto a mia madre di non regalarmene per il matrimonio, tanto non li avrei usati, ma ne ho acquistati due economici del tessuto che preferivo (a nido d'ape...ma qualcuno sa se c'è un nome preciso per questo tessuto?), tanto per averne, magari per la piscina. In piscina però non ci siamo mai andati e nel frattempo abbiamo scoperto la praticità della microfibra, i nostri accappatoi quindi erano solo un ingombro inutile. Peccato per il tessuto, nuovo e di buona qualità. Non potevo mica buttarli! Ho pensato di riutilizzare il tessuto creando un set da bagno personalizzato per Matteo.    Ecco come: Per prima cosa ho separato tutte le parti da cui è composto l'accappatoio (cinta, tasche, cappuccio, maniche, lembi anteriori e pannello