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Tua madre lo sa cosa hai combinato?

Dopo quello che è successo a Roma continuo ad interrogarmi su cosa posso fare io perchè cose del genere non si ripetano. Come sempre il voto, la cittadinanza attiva e responsabile e tutti gli strumenti di partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica sono importantissimi; credo sia fondamentale anche il non parlare di "noi" e "loro", di "destra" e "sinistra", ma di comportamenti giusti o sbagliati, di analisi della situazione ed indagini fatte senza pregiudizi ma che siano vere e rispettose di giustizia e legalità.
E mi torna in mente quando mia madre ci diceva "se vi fanno del male li inseguirò in capo al mondo per proteggervi e fargliela pagare, ma se voi fate del male a qualcuno (sottinteso:  voi carne della mia carne, che amo sopra ogni cosa) è meglio che non vi fate trovare perchè se vi prendo vi disintegro". Non immaginate mia madre come una pazza sanguigna, il discorso aveva un senso ed un contesto che non riporterò, ma spero sia chiaro il senso (specie del titolo del post).
Insomma una persona non si sveglia la mattina a vent'anni e dice "quasi quasi oggi spacco tutto", indipendentemente dal fatto che possano essere pagati o meno, guidati da una regia occulta oppure solo vandali, per fare certe cose devi avere dentro qualcosa che non va, un'infanzia difficile, un trauma, una vita disagiata e ad i margini, insomma qualcosa che ti fa montare dentro tutto questo desiderio di esprimersi con violenza.
Mi ricordo che al liceo con me c'era un tizio che avrei tanto voluto prendere a botte per il modo in cui trattava gli altri, specialmente il classico debole della classe che si beccava ogni mattina il suo bel pugno in testa (ancora oggi se ci penso mi viene una rabbia...chi sa che fine ha fatto sto bullo de noantri). Se non ho mai fatto niente è perchè non potevo fronteggiarlo fisicamente e sinceramente andare dai prof non mi sembrava fruttuoso, avrebbe alimentato solo la sua violenza; il massimo che riuscivo a dire era "e lascialo stare sto poveretto ogni mattina", finchè un giorno non ha provato a picchiarmi. Ero spaventata e felice allo stesso tempo, non vedevo l'ora di dirgli quello che pensavo di lui, tanto mi avrebbe picchiata lo stesso, così l'ho fatto, gli ho vomitato addosso tutto ed ho concluso dicendo che avrebbe anche potuto picchiarmi ma lui rimaneva sempre il pezzo di m***a che era. Ovviamente mi è andata bene, non mi ha fatto niente (tranne prendermi per il collo) e mi sono sentita un'eroina, ma non vi ho raccontato questa storia per essere acclamata paladina di niente, ve la racconto perchè oggi come allora mi chiedo: ma sua mamma lo sapeva che tipo era? se ne preoccupava? era di buona famiglia per quel che ne so, possibile che a casa fingesse di essere in un modo e fuori era in un altro? e perchè? ed ora che sono madre, saprò vedere ciò che realmente è mio figlio?
Ieri sera (ma non è la prima volta, l'ha fatto anche verso lo zio che sgridava la piccola) si è lanciato all'inseguimento della cuginetta coetanea perchè dava fastidio a quella più grande (sono sorelle) e nei suoi occhi c'era la determinazione di volerle fare male, per proteggere la cugina, ma rimane il fatto che per proteggerne una voleva ferire l'altra. Da dove nasce questo comportamento? noi non siamo vendicativi, nè ricorriamo mai alla violenza per risolvere le situazioni.
Non voglio vedere in questo chi sa che, ma sono convinta che una persona sana di mente non si sveglia una mattina col desiderio di spaccare tutto e non voglio un giorno rendermi conto di non conoscere mio figlio.
Io cercherò di partecipare a questo incontro "Capire l'aggressività nella prima infanzia" e farò del mio meglio per dare al mondo una persona intenzionata ad essere il miglior se possibile.

Commenti

  1. Le stesse parole che vorrei dire io...
    Anche la mia mamma diceva come la tua!
    Condivido il tuo pensare

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