...critici si diventa!
In questo periodo, girovagando in rete ho letto diversi post ed articoli in cui si costatava che da individui siamo diventati consumatori e che quando si fanno considerazioni sulla massa (nel senso positivo del termine) si fanno in realtà considerazioni sui consumi.
Quando ci sentiamo considerati come massa ce la prendiamo sul personale, ci sentiamo trattati come pecoroni che seguono il gregge, sentiamo di perdere la nostra individualità, la nostra libertà e persino la nostra intelligenza. Quando veniamo identificati come consumatori invece ci sembra di aver fatto un salto di qualità, veniamo considerati per le scelte che facciamo a ci sembra di guidare e non di essere guidati dal gregge. Il comunicatore questo lo sa e per marcare la cosa parla al singolare e si riferisce "al consumatore" e parla di consumi in maniera vaga ed astratta, in modo che nessuno di noi se la prenda a male ma che tutti ci sentiamo coinvolti, rispecchiandoci nell'immagine rappresentata. Ecco qui che far parte della massa diventa di nuovo accettabile, quasi lusinghiero; ma il gioco delle pecore e del pastore non cambia.
Non posso cambiare il fatto di far parte di una massa di consumatori, ma posso non cedere al meccanismo del gregge o "sfruttarlo" nel modo che ritengo giusto; c'è chi lo fa per denaro o politica (quindi per denaro oggi come oggi...e si torna sempre li...uffa!!), perché non farlo per il nostri senso critico?
Sono un consumatore? Allora consumo, ma quello che dico io!!
Per prima cosa cerco di capire se ho bisogno di quello che compro o sono altri che hanno bisogno che io spenda i miei soldi, cerco di liberarmi quindi dai bisogni indotti e di riconoscerli. Acquistare un prodotto vuol dire accettarlo come buono per se ed accoglierlo in casa propria, con tutto il carico di inquinamento e sfruttamento del lavoro che si porta dietro; cerchiamo di comprendere cosa c'è dietro ad una scatola di cioccolato o latte in polvere Nestlé (un infanticida che induce le donne, specie nei paesi in via di sviluppo, a non allattare negando ai bimbi forse l'unica protezione contro alcune infezioni; inoltre c'è anche un tizio, lo stesso, che vuole rendere l'acqua un bene privato commercializzabile, negando l'accesso all'acqua come un diritto, quindi scorsatevi di annaffiate le vostre piantine con l'acqua del vostro pozzo). In molti casi leggendo semplicemente l'etichetta si possono trovare alternative magari più sane ed anche del commercio equo, che vi garantisce che il contadino che si è spaccato la schiena per regalarvi a pochi euro il vostro amato cioccolato a fine giornata avrà un pasto caldo e potrà chiedere ai figli "cosa avete fatto a scuola?" piuttosto che "cosa avete trovato tra i rifiuti?" o "quanti soldi avete mendicato?".
Io credo che una massa di consumatori non sia un gregge di pecore, ma uno sciame di farfalle, che con le sue ali può far cambiare il vento fino all'altra parte del mondo. Questo i comunicatori lo sanno ed è per questo che ci tengono la testa occupata da notizie che distolgano l'attenzione critica sulla politica e da pubblicità piene di allusioni sessuali o di bimbi teneri e dolci, perchè siano altri i recettori che si attivano, non il nostro senso critico.
Scegliete ciò che vi sembra giusto meravigliose farfalle, ma fatelo perché l'avete scelto voi. Se qualcuno crede che non serva a nulla date un'occhiata alle pubblicità e scoprirete che molti grandi marchi hanno lanciato linee ecologiche, biologiche, erboristiche ecc, se anche fosse una moda che stanno cavalcando è comunque un messaggio che la massa ha mandato e che loro hanno colto perché di un certo peso. Io continuo a scegliere i miei prodotti a filiera corta ma sono contenta di aver contribuito a cambiare il vento
In questo periodo, girovagando in rete ho letto diversi post ed articoli in cui si costatava che da individui siamo diventati consumatori e che quando si fanno considerazioni sulla massa (nel senso positivo del termine) si fanno in realtà considerazioni sui consumi.
Quando ci sentiamo considerati come massa ce la prendiamo sul personale, ci sentiamo trattati come pecoroni che seguono il gregge, sentiamo di perdere la nostra individualità, la nostra libertà e persino la nostra intelligenza. Quando veniamo identificati come consumatori invece ci sembra di aver fatto un salto di qualità, veniamo considerati per le scelte che facciamo a ci sembra di guidare e non di essere guidati dal gregge. Il comunicatore questo lo sa e per marcare la cosa parla al singolare e si riferisce "al consumatore" e parla di consumi in maniera vaga ed astratta, in modo che nessuno di noi se la prenda a male ma che tutti ci sentiamo coinvolti, rispecchiandoci nell'immagine rappresentata. Ecco qui che far parte della massa diventa di nuovo accettabile, quasi lusinghiero; ma il gioco delle pecore e del pastore non cambia.
Non posso cambiare il fatto di far parte di una massa di consumatori, ma posso non cedere al meccanismo del gregge o "sfruttarlo" nel modo che ritengo giusto; c'è chi lo fa per denaro o politica (quindi per denaro oggi come oggi...e si torna sempre li...uffa!!), perché non farlo per il nostri senso critico?
Sono un consumatore? Allora consumo, ma quello che dico io!!
Per prima cosa cerco di capire se ho bisogno di quello che compro o sono altri che hanno bisogno che io spenda i miei soldi, cerco di liberarmi quindi dai bisogni indotti e di riconoscerli. Acquistare un prodotto vuol dire accettarlo come buono per se ed accoglierlo in casa propria, con tutto il carico di inquinamento e sfruttamento del lavoro che si porta dietro; cerchiamo di comprendere cosa c'è dietro ad una scatola di cioccolato o latte in polvere Nestlé (un infanticida che induce le donne, specie nei paesi in via di sviluppo, a non allattare negando ai bimbi forse l'unica protezione contro alcune infezioni; inoltre c'è anche un tizio, lo stesso, che vuole rendere l'acqua un bene privato commercializzabile, negando l'accesso all'acqua come un diritto, quindi scorsatevi di annaffiate le vostre piantine con l'acqua del vostro pozzo). In molti casi leggendo semplicemente l'etichetta si possono trovare alternative magari più sane ed anche del commercio equo, che vi garantisce che il contadino che si è spaccato la schiena per regalarvi a pochi euro il vostro amato cioccolato a fine giornata avrà un pasto caldo e potrà chiedere ai figli "cosa avete fatto a scuola?" piuttosto che "cosa avete trovato tra i rifiuti?" o "quanti soldi avete mendicato?".
Io credo che una massa di consumatori non sia un gregge di pecore, ma uno sciame di farfalle, che con le sue ali può far cambiare il vento fino all'altra parte del mondo. Questo i comunicatori lo sanno ed è per questo che ci tengono la testa occupata da notizie che distolgano l'attenzione critica sulla politica e da pubblicità piene di allusioni sessuali o di bimbi teneri e dolci, perchè siano altri i recettori che si attivano, non il nostro senso critico.
Scegliete ciò che vi sembra giusto meravigliose farfalle, ma fatelo perché l'avete scelto voi. Se qualcuno crede che non serva a nulla date un'occhiata alle pubblicità e scoprirete che molti grandi marchi hanno lanciato linee ecologiche, biologiche, erboristiche ecc, se anche fosse una moda che stanno cavalcando è comunque un messaggio che la massa ha mandato e che loro hanno colto perché di un certo peso. Io continuo a scegliere i miei prodotti a filiera corta ma sono contenta di aver contribuito a cambiare il vento
possiamo farne un manifesto?? :))))
RispondiEliminasante parole sante!!!!
Fantastica!!!! Complimenti davvero!! Parole da condividere col mondo intero. Fino a poco tempo fa cedevo anche io alle super offerte, che puntualmente mi scadevano in frigo e finivano nei rifiuti, nemmeno tanto differenziati.
RispondiEliminaMa tra poco avrò il quarto figlio e non posso più permettermi di "seguire la massa" così ciecamente. Devo fare delle scelte che seguano la mia coscienza e che servano al futuro dei miei pupi. Davvero ancora tanti complimenti, ora leggerò il tuo post al mio maritozzo. Bacioni =))
Parole santissime e condivisissime! ti sei mai informata sui gruppi di acquisto solidale? noi ci troviamo benissimo!
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